“Il gestore aeroportuale SAVE, che controlla con il 40% i nostri due aeroporti di Verona e Brescia, sarà oggetto di un’offerta pubblica di acquisto da parte di due fondi infrastrutturali stranieri che compreranno una quota maggioritaria della società. Scelta industriale? No, obbligata per risolvere i problemi economici dei due soci di SAVE” punge Vincenzo D’Arienzo, deputato PD.
“Prima il Catullo era controllato da Comune, Provincia e Camera di Commercio – continua D’Arienzo – adesso da SAVE – società esterna al territorio – domani da SAVE e da due fondi stranieri, questi con quote importanti di proprietà. Devo ricordare che i soci veronesi sono stati costretti a vendere le proprie quote dell’aeroporto perché l’avevano quasi condotto al fallimento. In pratica, non avevano altra scelta e questo ha inciso sulle possibili soluzioni diverse da SAVE. Un esempio? A Verona ci siamo sempre detti che lo sbocco naturale è l’asse del Brennero, ma hanno venduto l’aeroporto ad una società che ha l’obiettivo di rafforzare l’asse aeroportuale del nord est. In soldoni, è stato fatto il contrario di quanto detto”.
Prosegue il deputato: “Mi pare che siamo nelle medesime condizioni. Due soci si dividono e per liquidarsi tra loro cedono le quote di SAVE a due fondi stranieri. Erano possibili altre scelte? Chissà, ma sono rimasto stupito che l’imprenditoria veneta non abbia ancora colto l’occasione, a partire dal fondo Atlanta (Benetton) già proprietario del 20% di SAVE.
Se va in porto l’operazione, è chiaro a tutti che le decisioni industriali non saranno più governate da Verona. Considero, in linea di principio, l’intervento economico dei privati un fatto tutto sommato positivo, perché dimostra l’attrattività e le potenzialità dello scalo e di Verona, ma pongo con forza la questione della governance. È un tema importante, tanto che subito è stato risposto che le redini degli aeroporti resteranno comunque in mano a Marchi”.
“Sarebbe meglio – chiede D’Arienzo – che ci dicessero più chiaramente come sarà, visto che SAVE sarà controllata da fondi stranieri, e questi non sono dei benefattori.
Chiedo al Governo di intervenire ed al Ministro Delrio ho chiesto di capire se le condizioni di governance siano rispettose dei soci italiani e se, altro tema delicato, gli investimenti promessi sul Catullo e sull’aeroporto di Montichiari saranno comunque garantiti, in qualsiasi scenario futuro”.
“Un rammarico: quanto sta accadendo non mi stupisce, purtroppo l’avevo detto tempo fa, di fronte al fallimento della gestione dei soci veronesi. Magra consolazione…” conclude D’Arienzo.