Il nuovo Codice dei contratti pubblici ha soltanto un anno di vita ma deve già essere modificato. Entro il 18 aprile, infatti, il Governo emanerà il decreto correttivo che cambia 119 dei 220 articoli del Codice. Le correzioni sono state invocate anche da Confartigianato, perché in questi 11 mesi, le novità del Codice hanno finito per rallentare o addirittura bloccare molti appalti pubblici, creando gravi problemi agli artigiani e ai piccoli imprenditori.
Negli ultimi 11 mesi, Confartigianato è intervenuta in tutte le sedi istituzionali incaricate della revisione del Codice dove ha presentato un corposo pacchetto di modifiche. «In particolare per i piccoli lavori –sottolinea il Presidente di Confartigianato Verona, Andrea Bissoli – abbiamo chiesto che venga recepita la nostra istanza di premiare la territorialità, favorendo la partecipazione agli appalti in base a criteri legati alla sede legale dell’azienda nel territorio e all’operatività nel Comune. Ciò con l’obiettivo di preservare la ricchezza sul territorio».
Bissoli mette anche in luce le conquiste ottenute nel nuovo Codice degli appalti: «La possibilità di essere pagati direttamente per quanto riguarda il subappalto, il 20% di anticipazione del prezzo dell’appalto, l’obbligatorietà del progetto esecutivo, l’uso corretto dell’avvalimento, la suddivisione in lotti, sono tutti provvedimenti positivi».
Ma in questo ultimo anno, secondo Luciano Garonzi, presidente di Confartigianato Costruzioni Verona, le difficoltà di applicazione della nuova legge hanno complicato la vita delle piccole imprese. «A livello nazionale – dice Garonzi –, Confartigianato ha rilevato che da quando il Codice è entrato in vigore, gli appalti sono fortemente diminuiti. Ciò dipende sia dal fatto che non si è ancora instaurata la necessaria chiarezza, sia perché i funzionari delle pubbliche amministrazioni hanno una grande paura di poter prendere decisioni per le quali potrebbero essere colpiti personalmente. Capisco che in occasione di cambiamenti epocali ci siano tanti problemi da risolvere, però servono volontà e velocità per cambiare le cose».
Le correzioni sollecitate dalla Confederazione sono tanto più necessarie alla luce di una ricerca realizzata dall’Università Tor Vergata di Roma e presentata nei giorni scorsi, la quale illustra come ci sia evidenza che in Italia la normativa, le pratiche e la dimensione degli appalti stanno rendendo molto difficile la vita alle piccole imprese. «Lo studio rileva che invece, nel resto del mondo – spiega il Presidente Bissoli – vengono riscontrate molte attenzioni e riforme proprio a favore delle piccole aziende per agevolare la loro partecipazione alle gare d’appalto e la possibilità concreta di aggiudicarsele. Nel nostro Paese c’è quindi ancora molto da fare per quanto riguarda gli oneri burocratici e la dimensione delle gare per venire incontro alle piccole imprese».