A trainare l’export italiano – che vale 38 miliardi di euro all’anno -c’è Verona con 2,9 miliardi. Da sola, la provincia scaligera pesa il 7,6% delle vendite italiane all’estero. I dati sono stati diffusi dalla Camera di commercio di Milano, ripresi anche da quella veronese, che ha calcolato una crescita di esportazioni nazionali pari al 3,5%, il 7,7% solo nella nostra provincia. I prodotti “made in Verona” più esportati sono il vino, prodotti dolciari, frutta, verdura, carni, formaggi e latticini.
Secondo i dati della Camera di Commercio di Verona, le esportazioni di prodotti alimentari hanno superato 1,4 miliardi di euro con una crescita dell’8,3%, quelle della bevande, tra cui ovviamente il vino, hanno superato i 900 milioni di euro con una crescita del 4,7%, e quelle di ortofrutta 570 milioni di euro, il 12,3% in più dell’anno precedente.
«Questo studio – afferma il presidente della Coldiretti di Verona Claudio Valente – evidenzia come Verona sia tra le prime province italiane per produzioni e la prima per export nell’agroalimentare. La crescita del 7,6% è un dato molto significativo, se pensiamo ai problemi derivati dall’embargo russo, senza il quale potremmo aggiungere centinaia di milioni di euro di esportazioni che oggi mancano. E’ evidente che i nostri imprenditori hanno capacità di adattamento e propensione a trovare soluzioni e mercati alternativi per le produzioni locali, specie per la frutta e verdura».
I Paesi europei sono i primi acquirenti per quasi tutti i prodotti veronesi. Per quanto riguarda l’export di prodotti alimentari, nell’ultimo anno si sono registrati aumenti considerevoli in moltissimi paesi: Stati Uniti (+29,8%), Francia (+27,5%), Regno Unito (+7,6%), Germania (+6,3%), Austria (+5,2%). Anche per il vino i dati sono molto positivi: nel Regno Unito l’aumento è stato del 10,5% e in Francia del 5,9%. Si prospettano scenari interessanti anche in paesi come la Svizzera e i Paesi Bassi, dove gli acquisti di vino veronese sono aumentati rispettivamente del 27,5% e del 28%. Per il settore ortofrutticolo giungono notizie positive: dal 2015 al 2016 l’export scaligero in Svizzera è aumentato del 44%, nel Regno Unito del 22,7%, in Germania dell’11,7%, e in Belgio addirittura del 126%.
«L’agroalimentare svolge un effetto traino unico sull’intera economia per l’impatto positivo di immagine sui mercati esteri dove il cibo Made in Italy, o Made in Verona, è sinonimo di qualità” – aggiunge Valente – non sono mai stati consumati così tanti prodotti nostrani nel mondo, grazie al lavoro degli imprenditori agricoli e alle eccellenze delle loro produzioni che permettono di raccontare al mondo il nostro modello agroalimentare e i suoi valori unici».
«Verona – precisa Giuseppe Ruffini, direttore di Coldiretti Verona – è notoriamente uno dei principali crocevia della commercializzazione di prodotti agroalimentari di qualità. Il business scaligero legato a questo settore supera i 5 miliardi di euro, frutto anche della professionalità di imprenditori agricoli che producono eccellenze irripetibili altrove. Purtroppo, però, tale dedizione e professionalità vengono macchiate da attività malavitose che nulla hanno a che vedere con le nostre aziende. Mi riferisco – prosegue Ruffini – al fenomeno delle agromafie che, come è recentemente emerso dal dossier realizzato da Eurispes, Coldiretti e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura, purtroppo non risparmia la nostra provincia».
«L’agropirateria internazionale – conclude – fattura oltre 60 miliardi di euro all’anno utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che imitano in maniera spregiudicata gli autentici prodotti made in Italy. Ben vengano dunque i controlli effettuati dalle Forze dell’Ordine sia sul territorio veronese che nazionale».