Siccità, vento, freddo grandine. La fine di aprile ha portato con sé temperature artiche, giovedì 4 è grandinato pesantemente sulle ciliegie di San Mauro di Saline al mattino. Di fronte ad un clima eccezionalmente pericoloso per le colture il Ministero dell’Agricoltura ha stabilito che gli agricoltori potranno assicurarsi ancora e fino a fine mese. Sono stati quindi riaperti i termini della campagna assicurativa chiusa il 30 aprile scorso come da prassi. Ma gli agricoltori, nonostante sia dimostrato che ormai il tempo riserva sorprese di qualsiasi tipo ancora privilegiano le protezioni tradizionali contro grandine, vento ed eccesso di pioggia. Sono molto meno gettonate quelle contro le gelate, la siccità e le alluvioni che, nota bene, costituiscono una garanzia a parte, la cosiddetta “catastrofale”.
«Le gelate del 19/20/22 aprile hanno fatto danni pesanti (a macchia di leopardo) e purtroppo non saranno risarciti nella maggior parte dei casi perché le aziende non erano assicurate per questa garanzia – commenta Luca Faccioni, presidente del Codive Verona, il consorzio di imprese per l’assicurazione agevolata in agricoltura”. Perché? “Purtroppo ancora troppi agricoltori sperano nella clemenza del tempo, chi avrebbe detto che con un inverno mite e siccitoso le temperature si sarebbero abbassate così repentinamente? Nessuno ma è successo. Il meteo non si può prevedere a lungo termine e l’agricoltura ancora non ha sviluppato strumenti di difesa delle colture così efficaci da mettere in azione all’arrivo del maltempo per salvare piante, germogli e frutti. Non sappiamo più come dirlo, l’unico sistema per tutelare il reddito dell’azienda è l’assicurazione. L’agricoltore riceve i contributi agevolati, magari non puntualmente, ma sono sicuri e se subisce danni viene risarcito. Altrimenti non è previsto alcun tipo di tutela della bizze del tempo».
L’arrivo di ulteriori gelate è statisticamente improbabile, ma la siccità comunque è una minaccia concreta.
«Codive ha concluso gli accordi con le Compagnie di Assicurazione ancora lo scorso 23 febbraio, molto in anticipo rispetto agli anni precedenti, con il preciso intento di consentire alle aziende agricole di proteggersi anche per i danni da gelo – commenta il direttore del Codive Verona, Michele Marani – ma purtroppo pochi hanno utilizzato questo strumento. Dato che il Mipaf ha riaperto i termini per la campagna assicurativa consiglio agli agricoltori che non si sono ancora assicurati di valutare questa possibilità. Vale comunque la pena fare un ragionamento che includa anche il pacchetto di garanzie catastrofali (alluvione siccità e gelo e brina). Generalmente sui prodotti frutta, uva e tabacco si ha una maggiorazione di costo lordo che si può mediamente assestare attorno al 15/20% e che detratto il contributo pubblico a carico dell’agricoltore il maggior costo può essere attorno al 7/10%. Un piccolo sacrificio che consentirà di dormire sonni un po’ più tranquilli. L’acqua caduta di questi giorni non è sufficiente a supplire alle mancate piogge invernali e le riserve idriche sui monti sono al lumicino».
E’ il caso di assicurare le colture perché non c’è alternativa valida di difesa di fronte ad eventi così incontrollabili. Nel 2016 il Codive ha registrato 115 giorni “no” per l’agricoltura. I 2.216 soci hanno denunciato danni per 16,4 milioni di euro. La siccità è ormai conclamata. La natura sta giocando d’anticipo, rischio che un improvviso abbassamento delle temperature notturne danneggi i raccolti è concreto. In più il clima mite favorirà lo sviluppo degli insetti dannosi come la cimice asiatica e la drozophila. I continui sbalzi di temperatura aumentano il rischio di tempeste di grandine e vento.
I soci Codive possono assicurare le loro produzioni, le strutture e i loro allevamenti zootecnici con le seguenti scadenze: entro il 31 maggio per le colture permanenti (cioè gli alberi da frutto) e a ciclo autunnale, grazie alla proroga del Governo. Sempre entro il 31 maggio per le colture a ciclo primaverile, entro il 15 luglio per le colture di estive, di secondo raccolto e trapiantate ed entro il 31 ottobre per le colture a ciclo autunno invernale (es. radicchio) e vivaistiche.
Ipotizzando che un chilo di frutta valga 50 centesimi alla produzione, il premio assicurativo medio si attesta sui 5 centesimi, di cui solo due a carico dell’agricoltore, grazie al contributo pubblico. Un contributo elargito a fronte del mancato intervento in caso di calamità naturali. Da diversi anni infatti, non sono più risarcibili i danni da calamità alle colture definite dal Ministero dell’Agricoltura come assicurabili, cioè tutte.
Per info si può contattare il Codive o consultare il sito.