Fiera della Polenta: il bilancio

La 23ma edizione della Fiera della Polenta chiude battendo tutti i record per quanto riguarda le presenze, stimate in oltre 100.000. Un successo confermato anche dai quintali di polenta servita in tavola, ben 250. “ I motivi di questo exploit sono numerosi”, spiega il presidente di Vigasio Eventi Umberto Panarotto. “Il primo è sicuramente dovuto all’aumento dei posti a sedere che grazie alle quattro sale a disposizione sono passati da 3.400 a 4.000. Nei fine settimana anche a pranzo, abbiamo registrato il tutto esaurito. Uno sforzo notevole che ha impegnato le cucine, passate da 12 a 16, con l’ampliamento dell’offerta dei piatti che è salita a 120 accontentando così tutti i palati. Tra le novità di questa edizione la carne di guanaco, mentre il piatto più gettonato è stato polenta e baccalà. Sono andati letteralmente a ruba, poi, i nostri dolci, in particolare la sbrisolona, gli zaletti e l’Amor di polenta. Altro motivo di soddisfazione la notevole affluenza anche da fuori provincia: posso citare ad esempio il gruppo di camperisti provenienti da tutta Italia e che ha interamente occupato lo spazio a loro riservato, così come una  compagnia proveniente dalla Spagna, oppure gli appassionati di musica country che hanno ballato nella sala 5 l’ultima sera. Hanno trovato spazio anche appuntamenti culturali come il convegno su Michelangelo Buonarroti tenuto dal parroco di San Fermo Don Maurizio Viviani. Sono particolarmente soddisfatto perchè da tutti abbiamo ricevuto i complimenti sia per l’ampia offerta proposta sia per la qualità dei piatti serviti anche grazie all’impegno della ventina associazioni, che devo dire hanno lavorato con notevole spirito di gruppo”.

Con la chiusura della Fiera è andata esaurita anche la polenta di grani antichi di mais, una tipologia di mais autoctono che veniva in passato coltivato nella zona. Ne è stata messa a dimora il doppio di superficie rispetto allo scorso anno proprio per soddisfare le numerose richieste dei visitatori. Ne vengono ricavati dai 35 ai quali 45 quintali per ettaro, davvero molto pochi, però con una altissima qualità, senza alcun trattamento né manipolazione a livello genetico. La resa in tavola si sente nel sapore e nel profumo, proprio quelli di una volta. “Adesso occorre guardare anche alla quantità oltre che alla qualità”, spiega l’agronomo e vice presidente di Vigasio Eventi Silvano Disconzi. “Quest’anno ho messo da parte quasi il doppio di pannocchie per farne il seme per l’anno prossimo. Questo significa che andremo a raddoppiare la produzione e allora sì che possiamo anche pensare di uscire dall’ambito della fiera. Io un’idea ce l’ho, ovvero quella di appoggiarsi a Rete Imprese, una associazione che punta soprattutto sulla ristorazione per cui potremmo almeno soddisfare il mercato veronese. Il problema è che si producono appena 40 quintali per ettaro e quindi, se poi la polenta non viene venduta ad un prezzo triplo, sotto il profilo strettamente economico non conviene. In occasione della Fiera è stata venduta ad un prezzo promozionale poiché l’intento era quello di farla conoscere e non tanto guadagnarci sopra. Il mio obbiettivo è che nell’arco di dieci anni si possa arrivare ad una prodizione che copra la richiesta di tutto il circondario. Io sono ottimista perché ho visto che qualche agricoltore si sta già  interessando. Sarebbe molto bello che soprattutto i giovani intraprendessero questa strada, consapevoli che per avere un guadagno bisogna prima investire, non si può avere tutto subito”.

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