Sono le 11.30 del 13 agosto, il mio volo in arrivo da Zante atterra con venti minuti d’anticipo all’aeroporto Catullo. Dalla mezzanotte è stata approvata l’ordinanza del Ministero della Salute che impone ai rientranti da Grecia, Malta, Spagna, Croazia di sottoporsi al tampone entro 48 ore dall’arrivo in patria e noi siamo sul primo volo che rientra in Veneto a seguito di queste nuove misure. All’arrivo ci prepariamo a fare il tampone e, invece, no. Appena varcata la soglia del terminal ci viene consegnato un foglio che riassume l’ordinanza e ci viene detto dal personale dell’aeroporto di leggere bene l’articolo 1. Nessun rappresentante dell’autorità sanitaria è presente e i passeggeri, confusi, domandano agli addetti aeroportuali cosa devono fare. Dei circa novanta passeggeri del volo Zante – Verona siamo solo in una decina a presentarci alla ulss lo stesso giorno per eseguire il test: i risultati giungono dopo ben sei giorni di isolamento. La malattia in attesa del risultato del tampone non è dovuta, ce lo conferma il medico di base e l’urp di ulss9. All’aeroporto Catullo i tamponi sono stati inseriti solo a partire dal giorno di Ferragosto, lasciando in un limbo chi arrivava il 13 e il 14. Riccardo Allione, ufficio stampa di Aulss9, spiega: «Siamo stati i primi in Italia, assieme al Marco Polo di Venezia, ad effettuare i temponi in arrivo direttamente al terminal. Confermo che per le giornate del 13 e del 14 agosto non era presente personale sanitario in aeroporto e che i passeggeri dovevano comunicare il loro arrivo da paesi a rischio alla propria azienda sanitaria entro 48 ore dal rientro per prenotare il test. Il tampone che oggi si effettua non appena sbarcati necessita di un tempo di refertazione di due giorni, ma questo può variare e i tempi, a volte, possono allungarsi. Processiamo in media dai 70 ai 550 tamponi al giorno a seconda dei voli dai paesi a rischio in arrivo al Catullo.» Alla domanda se, a seguito di un volo, sia necessario ripetere il tampone dopo un primo risultato negativo l’ufficio stampa specifica che «non è prevista la ripetizione del test. Solo se il tampone risulta positivo occorre isolarsi per 14 giorni e, a seguito, è necessario effettuare altri due tamponi a distanza di 24 ore.» E nel caso in cui venisse identificata sul volo di rientro una persona positiva, gli altri passeggeri che risultino negativi subito dopo lo sbarco vengono ritestati dopo 4/5 giorni? «No, non è previsto un secondo test» conclude Allione.