Grandi emozioni ieri sera, martedì 17 maggio, al Circolo Tennis Scaligero di Verona con la sfilata ABEO Family – A special Fashion Show, organizzata da ABEO per sensibilizzare alla solidarietà. In passerella i volontari e i bambini di ABEO, in abiti firmati Manila Grace e divise dell’Hellas Verona. Una serata particolarmente importante anche per il contributo raccolto, tra donazioni durante la serata e donazioni liberali per l’evento, di oltre 20 mila euro.
Ad iniziare la serata il discorso di benvenuto del sindaco di Verona Federico Sboarina che ha ringraziato ABEO per «la sua grande generosità e per il suo impegno nell’aiutare i bambini in difficoltà a causa della malattia e nel sostegno alle loro famiglie. Penso che Verona abbia un debito di riconoscenza verso ABEO».
A seguire il saluto della direttrice generale di Hellas Verona, Simona Gioè, che ha ribadito «l’impegno importante della società verso le attività di ABEO e il privilegio di poter partecipare a questa serata», portando in alto il binomio sempre vincente tra sport e solidarietà. Prima sorpresa della serata, la proiezione del video istituzionale di ABEO, preceduto dal saluto del presidente Pietro Battistoni, che ha raccontato «l’impegno di ABEO nel seguire i bambini e i ragazzi, ma soprattutto le loro famiglie, fornendo tutto l’aiuto necessario che va al di là delle cure mediche».
Leitmotiv della serata il sentimento che esiste all’interno di una famiglia, di chi sa accogliere e amare gli altri senza condizioni, superando anche i legami di sangue e basandosi solo sui sentimenti. Proprio la forza su cui si basa la grande famiglia di ABEO, che ha reso protagonisti della serata 30 tra bambini e ragazzi in cura presso il reparto di Oncoematologia dell’Ospedale della Donna e del Bambino di Verona e i bambini ucraini arrivati a Verona per continuare le terapie.
«Abbiamo capito che uscire dagli asettici corridoi dell’ospedale, anche per un solo giorno, può davvero cambiare l’umore di questi bambini, potenziare la loro autostima e regalargli momenti felici, di apertura, socialità e speranza verso il futuro» hanno affermato gli organizzatori.
Con loro in passerella, così come nel loro percorso di cura, il Primario di Oncoematologia Pediatrica, il Dottor Simone Cesaro, i medici, gli infermieri e i volontari ABEO.
Non è mancata una rappresentanza di calciatori dell’Hellas Verona, che hanno disputato una partita importante con la solidarietà, sfilando insieme con i bambini: erano presenti Ivan Ilić, Davide Faraoni, Antonin Baràk e Adrien Tameze. Proprio quest’ultimo ha ricevuto sul palcoscenico il premio Cuore Gialloblù, alla sua quinta edizione, assegnato dopo un concorso tra i tifosi, che hanno scelto il giocatore dell’Hellas Verona che rappresenti maggiormente l’abnegazione, l’impegno e il rispetto per la squadra.
A guidare la serata, la conduttrice televisiva e speaker radiofonica Cheyenne, nota voce di radio 102.5.
Grande momento di sport con la partecipazione della ex campionessa di tennis e allenatrice, Francesca Schiavone, che ha raccontato l’immensa emozione provata quando vinse nel 2010 il Roland Garros, prima tennista italiana ad aver raggiunto il gradino più alto del podio in un torneo del Grande Slam. Momento emozionante è stato anche il suo ricordo commosso di quando ha vissuto in prima persona il momento della malattia, dalla quale è uscita con forza e tenacia, un messaggio di coraggio che ha voluto lasciare anche ai bambini e ai familiari presenti alla serata. Ad accompagnarla il vice presidente di ABEO Alberto Bagnani che, al termine del suo intervento, le ha consegnato una targa ABEO in ricordo della serata. Molto amata dai bambini, un’altra sorpresa ha visto protagonista Tracy, vincitrice dell’undicesima stagione di Masterchef, che ha emozionato il pubblico raccontando il valore importante della famiglia e il suo legame con la città di Verona.
Coinvolgente la parte musicale che ha accompagnato modelle e modelli in questa serata speciale, offrendo suggestioni in un crescendo di emozione ed energia con un soudtrack che ha reso omaggio ai grandi compositori che si sono fatti ispirare dalla più forte e indissolubile delle relazioni: l’amore.
Preziosa la presenza di Giulia Arpaia Agostini; la giovane danzatrice ha mosso i suoi passi sulle note di Home di Gabrielle Aplin, raccontando una casa che non è solo fatta di mura ma soprattutto di persone. Una casa che ci si può portare dentro, un guscio dove ritrovare le cose ad occhi chiusi. Una casa che è la grande famiglia di ABEO, raccontata con parole emozionanti dall’attore e regista veronese Solimano Pontarollo.
Grande sorpresa finale, per la gioia dei più piccoli, l’arrivo di Prezzemolo, per regalare tanti sorrisi e piacevoli ricordi ai bambini presenti, prima del ballo finale di saluto che ha visto coinvolti tutti i protagonisti della serata sul palcoscenico.
Occasione per la serata è stata la presentazione dei nuovi alloggi CASA ABEO, il primo progetto finanziato dalla neonata Hellas Foundation, presieduta da Elena Setti, che ha illustrato l’iniziativa al termine della serata.
CASA ABEO è un progetto ed un impegno importante per i bambini ammalati e le loro famiglie che sopportano per mesi ed anni il dramma terribile della malattia. La nuova struttura, sostenuta dal progetto di Hellas Foundation, consisterà in 6 mini-appartamenti, ognuno indipendente, con spazi in comune ed il giardino. In essi saranno ospitate le famiglie dei piccoli pazienti che sono curati e seguiti dal Reparto di Oncoematologia Pediatrica, perché affetti da gravi patologie per le quali necessitano settimane o mesi di terapie e che provengono da tutta Italia e dall’estero.
La nuova struttura sarà costruita nell’area di pertinenza di Villa Fantelli – CASA ABEO, situata all’interno dell’Ospedale di Borgo Trento.
L’evento, per un pubblico riservato, è stato un vero momento di festa e socialità e di ritorno alla vita dopo i due anni di pandemia appena trascorsi che hanno aumentato l’isolamento e la distanza a cui questi bambini sono già sottoposti normalmente. ABEO, infatti, da sempre promuove attività di reinserimento nel quotidiano dei suoi piccoli pazienti per restituire quella leggerezza infantile troppo spesso sottratta dalla malattia.