L’acqua di rete va utilizzata solo per il fabbisogno umano, tutto il resto va limitato. Un messaggio chiaro trasmesso anche questa mattina ai sindaci della Lessinia, con Acque Veronesi in prima linea nel gestire la crisi idrica che sta colpendo in queste ultime settimane anche il nostro territorio.
Le piogge di queste ultime ore sono state una leggera boccata d’ossigeno per le sorgenti montane, che rappresentano solo il 5% del bilancio idrico totale (il 95% dell’acqua distribuita è prelevata dalle falde) che sono però indispensabili per alcuni zone montane; come la Lessinia attualmente al centro della criticità, in particolare la parte centrale ed orientale.
Nel vertice, a cui hanno preso parte oltre una decina di sindaci, è stato fatto il punto aggiornato della situazione. «In questo momento stiamo inviando 300 metri cubi di acqua al giorno attraverso le autobotti – ha chiarito il direttore generale di Acque Veronesi Silvio Peroni –. Sono una ventina di viaggi al giorno che al momento in alcune zone, come Camposilvano e Vestenanova, ci permettono di riempire anche i serbatoi in vista del fine settimana, quando sappiamo ci sono i picchi di consumo, ma in altre, come Montecchia, la zona oggi più critica, è appena sufficiente per alimentare la rete».
Ecco perché deve prevalere il buon senso da parte di tutti nell’uso dell’acqua. In situazioni critiche come quella attuale, molto simile alla tremenda estate del 2003, l’acqua va utilizzata con criterio, limitandola agli usi alimentari e igienico sanitari, perché il problema è proprio il picco dei consumi.
«Quello con i sindaci è un canale aperto h24, internamente abbiamo un punto crisi ogni mattina e siamo pronti e disponibili a farci carico di ogni emergenza. C’è il nostro monitoraggio sui serbatoi e le informazioni che arrivano dal territorio. Ma, dato che le previsioni non sono positive per altri 15 giorni, abbiamo chiesto ai sindaci di adoperarsi ulteriormente per sensibilizzare i cittadini al rispetto delle ordinanze in atto e per fare un appello al buon senso da parte di tutti».
«È aperta anche un’unità di crisi regionale – ha aggiunto il presidente di Acque Veronesi Roberto Mantovanelli – che coinvolge tutti i gestori dell’idrico pubblico veneto attraverso il consorzio Viveracqua. Sul tavolo non c’è solo la gestione della parte critica ma anche gli eventuali investimenti da inserire nel prossimo piano regionale. Progetti di grande portata, non finanziabili con la bolletta. L’obiettivo per i prossimi anni – spiega Mantovanelli – è dotare la zona montana complessivamente di tre grandi adduttrici: sul lato ovest stiamo terminando la Peri-Michelazzi, con cui raddoppieremo le portate in arrivo al serbatoio di Sant’Anna. Un’opera che darà un po’ di respiro anche alla parte della Lessinia centrale». Nel piano delle opere strategiche è già stata inserita la Montorio-Velo mentre per il futuro è in programma una nuova dorsale per la Val d’Alpone. «Sono interventi che valgono oltre una trentina di milioni di euro per i quali sarà necessaria non solo la parte di progettazione, ma soprattutto quella, indispensabile, del reperimento dei fondi, sulla quale stiamo già lavorando»Crisi idrica, vertice con i sindaci per la gestione dell’emergenza.