Saranno le pietre millenarie dell’Arena di Verona a fare da cornice a Via Crucis – Chiamata alla pace, la serata-evento di venerdì 7 aprile, promossa dalla Diocesi di Verona con la collaborazione di Comune di Verona e Fondazione Arena di Verona.
Ad animare il prestigioso anfiteatro cittadino sarà un racconto musicale e letterario, che prende spunto dalla vicenda di Cristo narrata dai Vangeli, per dare vita ad un invito alla pace per l’Ucraina e per gli oltre 40 Paesi del mondo ancora in guerra. Sarà l’occasione anche per ribadire l’assurdità di ogni conflitto e per riflettere su come ciascuno, nel proprio piccolo, possa farsi promotore di pace nella quotidianità, attraverso gesti e comportamenti di apertura all’altro.
Due attori, Marco Morellini e Jessica Grossule, daranno voce al testo, composto per l’occasione dal biblista mons. Martino Signoretto, e faranno parlare i personaggi che, secondo la tradizione e i vangeli, erano presenti in quel tempo. I testi saranno sottolineati da frasi musicali e intermezzi eseguiti dalla Cappella musicale della Cattedrale di Verona che, con i suoi quasi mille anni di storia, è un riferimento culturale della città. Le musiche, alcune composte appositamente dal maestro Giovanni Geraci, accompagneranno dunque le parti recitate in un crescendo di intensità e profondità. La conclusione dell’evento sarà poi affidata alle parole del Vescovo Domenico Pompili, che offrirà ai presenti alcuni spunti per la riflessione personale.
Il pubblico sarà posizionato sulle gradinate retrostanti al palco e lo spazio scenico sarà dunque capovolto rispetto al consueto utilizzo che ne viene fatto durante la stagione lirica. Tale scelta intende ribadire, anche fisicamente, come ciascuno sia chiamato ad essere protagonisti della scena, “costruttore di pace”.
Oltre che un segno di pace, la serata vuole essere un’occasione concreta di solidarietà. Per questo, contestualmente all’evento, la Diocesi lancia una campagna di raccolta fondi per inviare beni di prima necessità in Ucraina tramite la Comunità di Sant’Egidio. Ciascuno potrà quindi contribuire con una donazione alle seguenti coordinate.
Destinatario: Associazione di carità san Zeno odv ets BANCA ETICA S.c.p.a. Ag. 18 – Verona
Iban: IT 40 Z 05018 11700 000017091380
Causale: Chiamata alla Pace
L’evento è gratuito e aperto a tutta la cittadinanza fino ad esaurimento dei 3000 posti disponibili. I biglietti sono prenotabili online al sito https://chiamata-alla-pace-Arena.eventbrite.com.
La rappresentazione inizierà alle 20:45. L’accesso all’anfiteatro avverrà dagli ingressi a ridosso del municipio (cancello 37). L’apertura dei cancelli è prevista per le ore 19:45. Le persone con disabilità motoria potranno accedere direttamente alla prima fila con la carrozzella.
Come evidenziato dal Vescovo di Verona: «Sarà un momento di pensosa riflessione sul mistero della morte di Gesù Cristo, essendo il giorno prescelto quello del Venerdì santo. Ma sarà anche un’occasione di implorazione tenace della pace, mentre la nostra Europa vive ancora questo spettro in tutta la sua provocante lacerazione. Vogliamo promuovere una presa di consapevolezza che alla guerra è possibile reagire con una corale forma di corresponsabilità da parte di tutti, perché mai come oggi è necessaria una mobilitazione delle coscienze. Questa iniziativa di potente invocazione della pace avrà poi come suo corollario una raccolta fondi indirizzata all’Ucraina, attraverso un carico di beni alimentari che, grazie alla Comunità di Sant’Egidio, intendiamo consegnare per Pasqua».
«Sono onorato di aver contribuito alla realizzazione di questa iniziativa» ha commentato il sindaco di Verona Damiano Tommasi, che sarà presente in Arena con tutta la giunta. «Sarà un evento, in un luogo suggestivo, che la città sentirà come proprio. Sono contento che il nostro spazio, quello dell’Arena dove durante l’anno si ha la dimensione dell’internazionalità della città, offra anche l’occasione per fermarsi un momento a riflettere su quello che è oggi la storia, su ciò che accade in tanti Paesi, e su ciò che ci sta toccando da vicino. Credo che sia il modo migliore da parte della città di far pensare in grande e a quello che tutti noi possiamo o potremmo fare per mettere un pezzettino del nostro, contribuendo affinché davvero si arrivi al silenzio delle armi. Noi facciamo parte delle “Città della pace” e questa iniziativa non poteva trovare che un pieno appoggio. Sono convinto che il prossimo Venerdì santo contribuiremo tutti insieme a rendere davvero emotivamente impattante questo momento e mi auguro che sia vissuto dalla cittadinanza nel migliore dei modi. Un momento di riflessione e silenzio accompagnato dalla volontà di costruzione di un dialogo e di un silenzio delle armi che tutti aspettiamo. Ringrazio quanti stanno lavorando per rendere possibile questo appuntamento, viste tutte le criticità che stiamo affrontando in questo momento riguardo al monumento. Sono state messe in campo importanti sinergie per creare un evento che vestirà l’Arena di un nuovo spettacolo con finalità che contribuiranno a rendere la serata particolarmente preziosa. Ringrazio il Vescovo Domenico Pompili per averci suggerito questa idea e sono contento che in tanti si siano messi al servizio, perché ho percepito che davvero sia, al di là dei ruoli di ognuno, un evento supportato da tutti, un primo passo per dare senso a questa chiamata alla pace che abbiamo messo in atto a seguito della richiesta di organizzazione».
«Le pietre bimillenarie dell’Anfiteatro Arena tornano, una volta di più, ad ospitare, accogliere e testimoniare vivamente un momento significativo per la sua città, per la sua comunità – aggiunge Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico di Fondazione Arena di Verona. – Ogni teatro, come un’agorà greca, è insieme piazza e casa dei cittadini, luogo di incontro, di identità e di riflessione: in questo senso è il ruolo che hanno svolto fisicamente le chiese, le basiliche, le cattedrali dal Medioevo ad oggi, fino alla successiva riconciliazione con l’arte stessa del Teatro, che nei secoli si è messa a servizio della ricerca del Divino, rendendola possibile e tangibile grazie alle Sacre Rappresentazioni. Una volta di più, queste pietre silenziose ma vive propagano il suono degli uomini, il canto, le domande, la preghiera: attraverso lo strumento delle arti, permettono la ricerca spirituale di ogni singola persona e, allo stesso tempo, la possibilità di sentirsi un’unica comunità che partecipa al rito e che, come nella migliore delle arti, diventa qualcosa di più della somma delle singole parti».