Tre giorni di cammino per testimoniare la bellezza della vita e del dono. Hanno percorso in tre giorni, da lunedì 27 a mercoledì 29 marzo, il “Cammino di Oropa” il vigasiano Fulvio Bonomi e l’amico Gaetano Gaspari di San Zeno di Montagna, trapiantati rispettivamente di fegato e di cuore per testimoniare la rinascita della vita. Il “Cammino di Oropa” è un percorso lungo 70 chilometri che inizia dal comune di Santhià nel vercellese e porta al santuario mariano di Oropa nel biellese. Stesse passioni ed esperienze comuni. «Prima della convalescenza in conseguenza del trapianto – spiega Gaetano Gaspari – ero molto appassionato di sport, della montagna e in particolare mi piaceva camminare per i sentieri. Dopo il trapianto di cuore, che ho ricevuto 28 anni fa, poter rivivere l’esperienza di ammirare il lago dalla montagna e di fare lunghe camminate è un’emozione indescrivibile». Anche Fulvio Bonomi, presidente della sezione vigasiana dell’AIDO (Associazione Italiana per la Donatori di Organi Tessuti e Cellule) ama la montagna e lo sport. «Ho ricevuto – spiega Bonomi – il trapianto di fegato 26 anni fa. Da allora mi sento un “miracolato” e ho vissuto questo cammino come una sfida, un mettersi in gioco e come un ringraziamento nei confronti di chi ha donato, un grande gesto di amore e di solidarietà che mi ha dato la possibilità di formarmi una famiglia». Bonomi e Gaspari svolgono molte attività anche nella scuola per promuovere la cultura del dono attraverso la solidarietà sociale. «Dal nostro punto di vista – proseguono Bonomi e Gaspari – è importante ed è giusto testimoniare il grande valore della rinascita ed è per questo che da molti anni teniamo incontri nelle scuole di Verona e provincia per informare gli studenti e sensibilizzarli sulla tematica del dono e del grande valore della vita». Bonomi e Gaspari vorrebbero inoltre in futuro intraprendere altri cammini. «Con il supporto degli amici e della famiglia che è molto importante – concludono – il sogno è quello di percorrere il cammino portoghese da Lisbona a Fatima o da Porto a Fatima, per un grazie alla Vergine Maria di quanto ricevuto».