E’ in programma giovedì 6 giugno alle 18 a Palazzo Maggi l’inaugurazione del Centro Studi dedicato a Cesare Padovani, intellettuale, poeta e filosofo nato a Nogara nel 1938 e morto a Rimini nel 2014. La cerimonia, alla presenza delle autorità comunali, intende onorare la memoria del concittadino nogarese nel decennale dalla morte con l’affissione di una targa e mettendo a disposizione un luogo di studio e approfondimento riservato a studenti e ricercatori.
Già dal 2018 l’intenzione dell’amministrazione era quella di accogliere l’offerta della moglie di Padovani, Maria Giovanna Milani, che aveva proposto di donare alla comunità di Nogara l’intero patrimonio librario del consorte, oltre agli appunti e le lettere scambiate con l’illustre conoscente Pier Paolo Pasolini. Definito a Rimini – città che lo ha accolto per gli ultimi 50 anni di vita e di cui è stato motore della vita culturale – “l’ultimo dei sapienti”, già a 15 anni Padovani (chiamato “Cesarino” sin dall’infanzia nogarese) si fece conoscere a livello nazionale per la sua attività precoce di poeta e letterato.
Dalla nascita portava un grave handicap: Padovani infatti era spastico e costretto alla carrozzina a causa di una lesione cerebrale causata dal forcipe, lo strumento utilizzato in ostetricia che favorisce la fuoriuscita del nascituro. L’amicizia e il continuo scambio epistolare con Pasolini lo spinse a dedicargli la tesi di laurea in Lettere all’Università di Bologna. Negli anni ’70 cominciò l’attività di insegnamento, anche se servì una raccolta di firme per evitargli la sospensione a causa della normativa relativa allo stato di “sana e robusta costituzione” richiesto ai dipendenti della pubblica amministrazione.
Il trasferimento a Rimini segnò con la città romagnola un legame indissolubile e profondo, anche se di Nogara aveva sempre conservato ricordi affettuosi. Nella sua vita da insegnante, collaborando anche con le Università di Urbino e San Marino, approfondì ricerche sul linguaggio e scrisse di tematiche profonde legate in modo particolare al suo stato di handicap. Le sue opere trattavano di svariate tematiche: letteratura, pedagogia, filosofia, arti visive, filologia, semiologia e antropologia, fino alla comunicazione grafica e pittorica.