Per la prima volta in nord italia, si svolgeranno a Verona da lunedì 16 a venerdì 20 settembre le Brigate del Lavoro Flai (Federazione Lavoratori Agro Industria), attività di sindacato di strada che ha per oggetto le campagne a maggior rischio di illegalità.
La settimana prevede attività di presidio del territorio, sensibilizzazione dei lavoratori agricoli e un vasto programma di approfondimenti e riflessioni con dibattiti, momenti di socialità e rappresentazioni teatrali sul tema dei diritti nell’ambito delle politiche del lavoro e della gestione dei flussi migratori.
Programma. Si comincia lunedì 16 settembre al mattino con l’accoglienza dei partecipanti all’Airport Hotel di Dossobuono. Nel pomeriggio, dalle 17.30 alle 19.30, si svolgerà la prima sessione di sindacato di strada in una località che rimarrà riservata fino all’ultimo momento. Una trentina tra sindacalisti e componenti di associazioni gireranno il territorio nei luoghi di aggregazione dei lavoratori agricoli a bordo di furgoncini.
Martedì 17 settembre altre due sessioni di sindacato di strada, al mattino dalle 5.30 alle 7.30, e al pomeriggio dalle 17.30 alle 19.30, inframezzate dalle 15.00 alle 16.00 dalla proiezione del docu-film sul sindacalista Romano Calzolari protagonista a Verona nel 1949 del più lungo sciopero della storia d’Italia, quello dei braccianti agricoli durato quaranta giorni.
Mercoledì 18 settembre al mattino sindacato di strada dalle 5.30 alle 7.30. Alla sera, dalle ore 20.00 alle 21.00 partita di calcio tra sindacalisti e lavoratori agricoli/ospiti CAS. A seguire cena conviviale.
Giovedì 19 settembre al mattino sindacato di strada dalle 5.30 alle 7.30. Nel pomeriggio, dalle ore 14.00 alle 17.00 dibattito con Mediterranea dal titolo: “Salvare in mare non è reato. Dall’odissea nel Mediterraneo all’inferno dei campi di raccolta” con Beppe Caccia di Mediterranea, Ibrahim Lo autore di “La mia voce” e Giovanni Mininni Segretario generale Flai Cgil nazionale.
Venerdì 20 settembre al mattino sindacato di strada dalle 5.30 alle 7.30. Al pomeriggio dalle ore 14.30 alle 18.00 iniziativa pubblica con Inps, Ispettorato del lavoro e Prefettura al Teatro Modus di Piazza Orti di Spagna a Verona (quartiere San Zeno) dal titolo “Caporalato: Veneto laboratorio dello sfruttamento. Dalle nuove forme di reclutamento alle possibili soluzioni”. Introduce Mariapia Mazzasette, Segretaria generale Flai Cgil Verona. Intervengono: Laura Calafà docente Diritto del Lavoro; Silvana Fanelli Segretaria Cgil Veneto; Luciano Esposito della Direzione regionale INPS; Elisa Gaeta Direttrice Ispettorato Interregionale del Lavoro; Demetrio Martino Prefetto Verona (in attesa di conferma); Giovanni Mininni Segretario Generale Flai Cgil. Coordina la giornalista Alice Carlon. A seguire, dalle ore 18.00 alle 19.00, spettacolo teatrale “Sottosuolo. Caporalato e diritti negati”.
«Sarà una settimana intensa durante la quale proveremo a seminare maggiore consapevolezza sul tema dello sfruttamento dei lavoratori nei campi – commenta Mariapia Mazzasette, Segretaria generale Flai Cgil Verona – Al fine di contrastare le pratiche illegali di sfruttamento della manodopera agricola. La sola presa di coscienza da parte dei lavoratori non è sufficiente, dal momento che quasi sempre queste persone vivono all’interno di un contesto di precarietà di diritti e segregazione e isolamento sociale. C’è necessità di cancellare la Legge Bossi-Fini che rende i lavoratori migranti estremamente ricattabili, facili prede delle reti dei caporali. Penso inoltre che il controllo sociale dovrebbe diventare alleato della lotta al caporalato: quando, in prossimità delle campagne, vediamo persone abitare in case fatiscenti oppure lavarsi alle fontane pubbliche, non è indice di semplice degrado sociale, ma probabile indizio di sfruttamento del lavoro».
«Dopo Latina e Foggia, da lunedì 16 settembre le Brigate del Lavoro saranno nel territorio veronese – aggiunge Silvia Guaraldi, segretaria nazionale Flai Cgil – a testimoniare quanto il fenomeno dello sfruttamento lavorativo in agricoltura non sia un problema solo delle regioni del Mezzogiorno ma anche del Nord (come ormai le cronache testimoniano da anni) e come sfruttamento e abusi non siano legati alla bassa redditività delle produzioni».