Due ex presidenti di AGSM Spa, gli avvocati Michele Croce e Gian Paolo Sardos Albertini, chiedono all’azienda partecipata del Comune di Verona di rivedere il processo di aggregazione di AGSM con AIM e A2A Spa.
Secondo i due legali, che hanno inviato una diffida al Consiglio di Amministrazione di Agsm e al Comune di Verona, la prospettata fusione non sarebbe conforme alle norme: in particolare, non è stata data evidenza pubblica con un bando alla ricerca di un partner strategico. Oltre a questo, sostengono i due ex presidenti, nella fusione Agsm perderebbe la leadership industriale a favore di A2A, contravvenendo all’indirizzo che il Comune di Verona aveva dato alla partecipata.
Pertanto, concludono Croce e Sardos Albertini, se il CdA di Agsm proseguirà nel progetto di fusione con A2A si prospetta l’ipotesi del dolo. Di seguito alcuni passaggi della diffida dei due legali veronesi.
La querelle nasce nel 2019 quando Agsm di Verona e Aim di Vicenza prospettano una fusione per la creazione di un’unica azienda leader nel settore energetico, per lavorare in sinergia ai servizi di rete e per risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti tramite l’accesso a un nuovo termovalorizzatore.
Agsm e Aim (e i comuni di Verona e Vicenza), sempre nel 2019, indicano una società terza da includere eventualmente nella fusione (rivelatasi in seguito la A2A Spa) e, però, rimangono impassibili alle manifestazioni di interesse di altre società come Hera, Ascopiave, Dolomiti Energia e Alperia. A sorpresa, lo scorso 19 dicembre, Agsm e Aim annunciano l’avvenuta conclusione dell’accordo e sono pronti per presentarsi come un unico soggetto fornitore di servizi specificando di poter inglobare, in seguito, anche la società A2A. L’operazione, dunque, si rivela poco rispettosa delle norme che regolano questo tipo di procedure pubbliche perchè esclude tutte le altre aziende che si erano candidate per poter essere coinvolte nell’operazione.
Pare che la scelta di A2A Spa quale altra azienda da coinvolgere in forma privilegiata non sia casuale e che sia dovuta all’accesso di quest’ultima ad un termovalorizzatore situato a Corteolona (PV) dove si smaltiscono i rifiuti di Amia Verona. L’inceneritore in questione necessiterebbe di diversi lavori di adeguamento a carico della stessa AGSM che, inoltre, dovrebbe anche a lasciare la leadership dell’azienda al Gruppo A2A al quale andrebbero il 30% delle azioni.
La A2A non è nuova a operazioni di questo tipo, già nel 2015 ha effettuato un’operazione simile con la Linea Group Holding, manovra che era già stata censurata da ANAC e confermata dal TAR del Lazio sottolineandone la poca trasparenza.