Automobile Club Verona segue la linea dell’Automobile Club d’Italia e boccia in maniera decisa alcuni dei provvedimenti che sono stati inseriti dal Governo nel DL “Semplificazioni” a modifica del Codice della Strada e diventati legge lo scorso 11 settembre. Dopo la conversione in Legge del decreto “Semplificazioni” approvato dal Senato il 4 settembre e tramutato in legge l’11 settembre, si aprono una serie di preoccupanti novità relativamente alla circolazione e al Codice della Strada. Un provvedimento nel quale il Governo punta ad incentivare gli spostamenti in bicicletta, ma che deregolamenta in maniera preoccupante l’uso delle due ruote e introduce novità di dubbia efficacia anche in altri settori della mobilità.
“ACI è sempre soddisfatta quando il Legislatore si occupa di sicurezza stradale – ha commentato il Presidente dell’Automobile Club Verona Adriano Baso, – soprattutto se interviene per semplificare il Codice della Strada, trasformandolo in un Codice dei Comportamenti, che indichi come ci si deve comportare quando ci si muove su una strada. In questa occasione, però, purtroppo così non è. Anzi: ci si muove nella direzione opposta”. “La nostra principale preoccupazione – ha proseguito Baso, – “è quella relativa a tutti i provvedimenti riguardanti le biciclette. Restiamo fermamente contrari alle bici contromano ed alla possibilità che possano transitare sulle corsie riservate al trasporto pubblico, come viene indicato in questo testo. I dati di incidentalità ci dicono che si tratta di pratiche estremamente pericolose, anche in considerazione dell’esposizione al rischio del ciclista rispetto ai veicoli a quattro ruote: più di 50 volte superiore! Inoltre, a leggere questo testo, sembrerebbe che in città basti imporre il limite di 30 km/h e la bicicletta possa fare tutto: avere la precedenza su tutti, procedere in senso di marcia opposto a quello dei veicoli, andare appaiati e magari sorpassare. Questa sorta di “deregulation” della mobilità ciclabile ha, secondo noi, un forte effetto diseducativo: alle biciclette tutto è permesso e, per conseguenza, anche ai monopattini elettrici, che sono equiparati ai velocipedi, mentre è evidente che, nella mobilità metropolitana, l’anarchia non va assolutamente d’accordo con la sicurezza stradale!”
Ma non è solo l’aspetto delle biciclette quello che preoccupa l’Automobile Club d’Italia e di conseguenza AC Verona. “Non ci sembra corretta nemmeno la possibilità di istallare autovelox perfino sulle strade locali dove vige il limite orario di 30 Km/h. L’autovelox – ha rilevato il Presidente Baso, – è un utile strumento per controllare e limitare la velocità degli utenti nei punti più critici o pericolosi, nei quali è opportuno avere la certezza che la velocità venga ridotta, in modo da consentire di guidare in sicurezza. È, viceversa, diseducativo e talvolta pericoloso quando se ne fa un uso diffuso e nemmeno correttamente segnalato, secondo quanto previsto dalla normativa come ho già avuto modo di sottolineare relativamente a quello della bretella di San Massimo”. “Riteniamo che il testo contenga diversi errori – ha aggiunto il Direttore dell’Automobile Club Verona, Riccardo Cuomo. – Scrivere nel CdS che la durata del giallo debba essere almeno di 3 secondi è molto rischioso perché può creare malintesi e far tarare tutti i gialli semaforici sui 3 secondi, come se fossero tutti uguali. L’individuazione della giusta durata del giallo semaforico deriva, invece, da un calcolo complesso e unico per ogni incrocio. Infine, sembrerebbe che da domani anche gli operatori ecologici possano emettere multe o far rimuovere i veicoli. Ci auguriamo che le cose non stiano così e che questo testo riguardi solo l’ampliamento delle funzioni degli ausiliari del traffico che, ricordiamo, devono limitarsi a segnalare l’infrazione al Corpo di Polizia Municipale. Né vogliamo prendere in considerazione la possibilità che queste nuove figure si sostituiscano al Corpo di Polizia Municipale come ha sottolineato lo stesso Presidente AMIA Bruno Tacchella, con il quale condividiamo sicuramente la linea”.