In occasione della Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, domenica 21 marzo 2021, VALEMOUR, il generatore di impresa, di Fondazione Più di un Sogno presenta il progetto Good Food per confermare che dare a persone con disabilità intellettiva opportunità di formazione e inserimento lavorativo cambia la vita non solo al diretto interessato, ma può innescare un circolo virtuoso di nuove opportunità per tutti. Nella Giornata mondiale sulla sindrome di Down 2021, il CoorDown, Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down, raccoglie la sfida della pandemia e della crisi sociale per affermare che l’inclusione porta benefici nel contesto lavorativo e nella società tutta. L’obiettivo è sostenuto col video The Hiring Chain in cui Sting, il pluripremiato artista inglese, interpreta la canzone originale “The Hiring Chain”, su cui è incentrata la campagna. Il testo incalzante e gioioso prende vita sullo schermo e testimonia la catena “virtuosa” dell’inclusione lavorativa. Nella prima scena, una ragazza di nome Simone è al lavoro dal fornaio e mostra ai clienti le sue capacità. Uno di questi clienti è un’avvocatessa che rimane colpita e decide a sua volta di assumere un ragazzo e di dargli un’occasione. Da qui si crea una reazione a catena: le ragazze e i ragazzi protagonisti del video e della canzone mostrano che quanto più le persone con disabilità vengono viste al lavoro, tanto più sono riconosciute come dipendenti di valore. La sfida alle basse aspettative e ai pregiudizi permettono così di creare opportunità di nuove assunzioni. A sostegno di questa catena virtuosa, Fondazione Più di un Sogno presenta Good Food un progetto di food delivery dedicato alle imprese e ai privati che consente di ordinare e ricevere gustosi pranzi da consumare sul luogo di lavoro o a casa. Nasce nel 2019 dall’incontro con l’azienda Aquest srl, del gruppo WPP, di San Giovanni Lupatoto con la quale si sperimenta per la prima volta una convezione ex art.14 per l’inserimento lavorativo di giovani con disabilità intellettiva fornendo un servizio di ristorazione aziendale.
Oggi, Good Food è in fase di start-up e coinvolge sei giovani, una cuoca e una educatrice nel nuovo laboratorio cucina sito a Zevio (VR) grazie al concreto supporto per l’acquisto dell’attrezzatura da parte di Banco BPM e al decisivo coinvolgimento di Fondazione San Zeno di cui Rita Ruffoli, direttrice, ricorda quanto “la possibilità di dare una forma alle proprie capacità attraverso un mestiere, significhi prima di tutto trovare un posto nella società”. Vivere la cucina come un ambiente in cui ognuno può dare il suo contributo, perché “un lavoro, vero, dà valore a ciò che siamo e a quanto possiamo offrire a noi e agli altri”. Di rilievo la tecnologia dell’atmosfera controllata che garantisce ai lavoratori il giusto tempo per il lavoro e il mantenimento delle proprietà organolettiche degli alimenti, aumentando la shelf-life del prodotto e la riduzione dello spreco alimentare. “Siamo veramente entusiasti di questo nuovo progetto – dice Marco Ottocento, ideatore di VALEMOUR – perché Good Food risponde in modo innovativo al problema di coinvolgere le persone con disabilità intellettiva più complessa in un processo produttivo reale, dando loro un’occupazione inclusiva ed appagante. Lo scorso anno abbiamo dovuto affrontare sfide difficili e abbiamo anche pensato di bloccare questo nuovo progetto così impegnativo. Poi abbiamo scelto di proseguire perché siamo sicuri che le imprese veronesi possano trovare in Good Food un doppio servizio utile per offrire ai collaboratori un buon pranzo e al tempo stesso creare un cambiamento di prospettiva per l’inserimento lavorativo di persone con disabilità”.