Sabato 14 maggio dalle ore 15:00, al Parco dell’Arsenale, la Rete degli Studenti Medi e l’Unione Degli Universitari invitano la città a riflettere su temi a loro cari: quello del disagio giovanile e della salute mentale, con un evento dal titolo “Il futuro ci spaventa più di ogni altra cosa”.
«Ormai siamo a conoscenza dei danni portati della pandemia, ma il senso di malessere generale ha radici molto più profonde nel nostro paese e nella nostra città. È radicato nella mancanza di spazi nei quartieri, da poter vivere e fare nostri, e dal totale screditamento e sfiducia nei confronti della nostra generazione» dichiara Camilla Velotta, coordinatrice della Rete degli studenti Medi di Verona. «Abbiamo deciso di coinvolgere soggetti diversi in un dialogo a più voci, su questi temi: rappresentanti d’Istituto di Verona e Rappresentanti dell’Università apriranno una discussione assieme a Giuseppe Battaglia, ex responsabile del reparto adolescenti di Santa Giuliana e Tommaso Biancuzzi, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi e Portavoce della Piattaforma “Chiedimicomesto”», conclude Laura Berghamin coordinatrice del’Unione degli Universitari di Verona.
Le associazioni studentesche hanno voluto infatti dedicare una riflessione profonda ai temi della salute mentale, attraverso una piattaforma apposita, denominata “Chiedimi come sto”. Grazie alla somministrazione di un questionario che ha portato migliaia di risultati e dalla stessa elaborazione, portata avanti assieme allo SPI CGIL, la volontà è quella di ripensare totalmente la concezione mistificata di accesso ai servizi di supporto, e non solo.
Tommaso Biancuzzi, coordinatore nazionale della Rete dichiara: «L’obiettivo è quello di rendere consapevoli le istituzioni stesse dell’aumento del disagio giovani, ciò che serve è la volontà di investire su noi, sulla nostra socialità, creatività, e più di tutto sulla nostra salute. Se davvero i giovani sono considerati il futuro, è di fondamentale importanza impegnarci in modo che possano vivere al meglio il loro presente».