Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Peppino Impastato. Queste le storie di vita e di coraggio che i ragazzi del Ccr di Zevio hanno ripercorso durante il loro primo viaggio della legalità. Lunedì 12 giugno si è tenuto, nella sala civica in piazza Santa Toscana, un incontro volto a raccontare l’esperienza vissuta dagli studenti, appartenenti alle classi dalla quinta elementare alla terza media, partiti il 22 maggio scorso, destinazione Palermo, in occasione della giornata nazionale della legalità. Le insegnanti Paola Conti, sindaco di Zevio, Lia Valente e Erika Grella, oltre che cinque volontari dell’Anioc (Associazione nazionale insigniti onorificenze cavalleresche), li hanno affiancati nel soggiorno di tre dì in terra sicula. L’iniziativa, senza precedenti, intendeva realizzare un modello di scuola itinerante e viva, capace di coniugare le conoscenze apprese sui banchi di scuola con assaggi di realtà (oltre che di buona cucina). I ragazzi sono stati catapultati in un clima che celebra, in ogni forma, il sacrificio di chi per la giustizia ha dato la vita. L’alloggio si trovava a pochi passi da via D’Amelio, teatro della strage del 19 luglio 1992 in cui persero la vita Borsellino e cinque agenti della scorta. Oggi sul luogo si erige maestoso un olivo. È proprio sotto “l’albero di Paolo”, prima tappa del viaggio, che il gruppo ha avuto l’opportunità di conoscere l’unico sopravvissuto all’attentato, Antonio Vullo. Ricchi della sua testimonianza, studenti, insegnanti e volontari hanno visitato la casa di Borsellino e il “bunkerino”, luogo in cui il magistrato, insieme al collega Falcone, combatteva le mafie al di fuori dei tribunali. Altre mete sono state la chiesa di San Domenico, luogo di sepoltura di Falcone, e la casa di Peppino Impastato, passando da piazza della Vergogna, dove i ragazzi hanno manifestato insieme agli alunni della scuola media di Capaci. Tante le personalità incontrate – come Roberta Gatani, nipote di Borsellino, e Giuseppina Catalano, sorella di uno degli agenti vittima di via d’Amelio – e ancor di più le testimonianze raccolte. All’appuntamento di lunedì ha partecipato anche Mario Spezia, fondatore dell’Associazione sostenitori dei collaboratori e testimoni di giustizia e membro del Consiglio direttivo nazionale delle associazioni dei cittadini contro le mafie e la corruzione.«L’antimafia si fa sul territorio, con le persone, facendo rete, e insegnare ai ragazzi significa dare loro degli anticorpi – è intervenuto Spezia, rivolgendosi al Consiglio comunale dei ragazzi – come disse Falcone, è il tempo di andare avanti, non con l’impegno straordinario di pochi ma con l’impegno ordinario di molti, e voi ne siete l’esempio». A coronamento dell’iniziativa, i volontari dell’Anioc hanno consegnato ad alunni e insegnanti un attestato di benemerenza per l’entusiasmo, l’impegno e la sensibilità dimostrati nel percorso educativo alla legalità. «Questo viaggio ha rappresentato un primo esperimento volto alla conoscenza e alla comprensione di una realtà che spesso sentiamo lontana da quella a cui siamo abituati – ha concluso l’incontro Lia Valente – vogliamo riproporre l’iniziativa anche per i prossimi anni in quanto siamo sicuri abbia lasciato un segno indelebile nei cuori dei ragazzi, facendo sorgere un nuovo senso di comunità».