«Non diremo mai abbastanza di fare attenzione nel comunicare informazioni riservate sul proprio conto corrente. Il rischio è che succedano situazioni incredibili come quella accaduta a un nostro concittadino – afferma Davide Cecchinato, Presidente Adiconsum Verona – che ha subito una truffa ben congegnata che gli ha prosciugato il conto corrente». Il socio Adiconsum , mentre si trovava in vacanza in Alto Adige, lo scorso 19 giugno riceveva al cellulare un messaggio di sicurezza da quella che sembrava la propria Banca. Nel testo c’era scritto che di lì a breve sarebbe stato ricontattato telefonicamente da un operatore per la verifica delle informazioni di accesso all’home banking. Come preannunciato via messaggio, il socio riceveva quindi una chiamata con un numero di telefono molto simile a quello del servizio clienti della Banca (differente solo perché preceduto dal prefisso +39). E un operatore gli spiegava che c’erano stati dei tentativi di intrusione al suo account e, conseguentemente, era necessario verificare i dispositivi con i quali si collegava all’area riservata del sito. Per questo motivo, precisava il sedicente incaricato della Banca, sarebbe stato inviato immediatamente via sms un codice di sicurezza. Non appena il codice sarebbe arrivato, aggiungeva l’operatore, avrebbe dovuto comunicarglielo immediatamente. Così il socio fece, nonostante avesse precisato all’interlocutore che non aveva rilevato alcuna anomalia sul suo conto. Cosa che invece si verificò dopo la conclusione dell’infausta telefonata. Inspiegabilmente, dopo la presunta operazione di verifica, l’home banking risultava bloccato. Solo il giorno seguente il cittadino faceva la triste scoperta che il conto corrente era stato prosciugato con due ordini di bonifici verso una Banca svizzera per l’ammontare totale di €.19.000,00.
«I fatti accaduti al malcapitato veronese – afferma Davide Cecchinato – comprovano il grado di raffinatezza delle strategie criminali per sottrarre le somme dai conti correnti dei clienti. E’ necessario pertanto essere molto accorti, evitare di comunicare a chiunque informazioni riservate. In ogni caso – evidenzia Cecchinato – quanto successo comprova come i sistemi di sicurezza messi in campo dagli istituti di credito non sempre siano efficaci e che, talvolta, inspiegabilmente i malintenzionati ottengono informazioni riservate. Non ci si capacita come, nel caso di cui sopra, il nominativo, il numero di cellulare del cliente e altri dettagli possano essere finiti nelle mani sbagliate».
«In ipotesi simili – conclude Cecchinato – è necessario denunciare sempre alle Autorità quanto successo ed inoltrare reclamo alla Banca che è responsabile, salvo la prova della colpa del cliente, del danno cagionato. In caso di rigetto dell’istanza di rimborso è possibile presentare ricorso all’Arbitro Bancario e Finanziario».