Tutto per la Croce Verde di Verona l’auditorium della Gran Guardia dove, ieri sera, si è svolta la tradizionale serata di consegna delle benemerenze per anzianità di servizio. Uno ad uno sul palcoscenico si sono avvicendati i 260 soccorritori, tra volontari e dipendenti dell’ente di pubblica assistenza volontaria scaligera, premiati per l’instancabile attività umanitaria svolta al servizio della città.
Una serata di festa, ricordi, lacrime di gioia e commozione nel corso della quale è stato più volte ribadito il fondamentale ruolo dell’ente nella geografia della sanità veronese. «La Croce Verde è un’istituzione pubblica che dal 1909 lavora al fianco dei cittadini e che mai ha smesso di operare, nemmeno negli anni difficili della guerra», ha esordito Perla Stancari, nominata lo scorso ottobre presidente dell’ente di pubblica assistenza volontaria più antico di Verona. Valori quali lo spirito di abnegazione, la continuità, la capacità di essere solidali in maniera diretta sono alcuni dei caratteri distintivi dei croceverdini: esercito le cui fila sono composte da 1.500 volontari e da circa 100 risorse tra personale tecnico e sanitario. Persone accomunate da profonda umanità e, insieme, da una professionalità che viene continuamente alimentata da corsi di formazione e di aggiornamento. «La Croce Verde è una famiglia solidale, dal forte spirito di corpo – ha proseguito –, che aiuta a rimanere sereni anche nei momenti più difficili, come quello della malattia o dell’infortunio».
L’ente conta 13 sedi nel Veronese e 50 mezzi operativi adibiti al soccorso sanitario di urgenza ed emergenza o al trasporto: percorrono circa un milione di chilometri l’anno, per un totale di 60mila interventi sanitari. È dunque una risorsa fondamentale, ha sottolineato il sindaco di Verona, Federico Sboarina, presente alla cerimonia assieme ai rappresentanti dei Comuni in cui la Croce Verde ha sede (San Giovanni Lupatoto, Castel d’Azzano, Grezzana, Isola della Scala, Legnago, Cerro, Villafranca, San Pietro in Cariano, Colognola ai Colli): «I volontari sono le sentinelle di tutti i veronesi. Vedere persone che si prendono cura di altre persone è la cosa più bella: siate orgogliosi di ciò che fate, perché la città è orgogliosa di voi».
Alla serata sono intervenuti, tra le numerose autorità religiose e civili, il vescovo mons. Giuseppe Zenti, il comandante dei volontari Mauro Carlini con il vice Tommaso Sanna; il direttore del 118 Verona Alberto Schonsberg e il presidente del comitato veronese della Croce Rossa Italiana, Alessandro Ortombina, e il vicario del prefetto, Angelo Sidoti. Infine il presidente della Onlus Amici Croce Verde Verona, Walter Fabbri, che ha nominato “socie benemerite” le signore Tiziana Donata, Ofelia Togni e Mariapia Pastor per il concreto sostengo alla Croce Verde nell’attività di servizio per le persone colpite da infortuni o malattie. I comitati Straverona e Luigi Passilongo hanno donato all’ente presidi sanitari per la didattica.
Tuttavia i veri protagonisti, applauditi dalla platea, sono stati i soccorritori: dal ricordo di quanti non ci sono più a quanti prestano servizio da un lustro, poi via via a salire nella fedeltà del servizio profuso nei confronti del prossimo. Fino al ragguardevole traguardo dei sessant’anni di appassionato impegno collezionato dal volontario Antonio Morbioli. «In tanti anni è cambiato tutto – ha raccontato il decano –: non avevamo nulla, mentre ora possiamo contare su moderne ambulanze e presidi all’avanguardia. A non essere mutato è però lo spirito samaritano, che si riassume in semplici gesti: dialogare con il paziente, sorridere sempre, magari stringendogli la mano. Questa è la prima terapia che somministriamo. Ed è la medicina migliore di tutte».