Le “bodycam” sbarcano in Amt per contrastare le aggressioni ai danni dei 20 accertatori della sosta in forza all’azienda: indosseranno una telecamera portatile sulla divisa in modo da tutelare la loro sicurezza.
Come funzionano. Si tratta di piccoli dispositivi, che misurano 8×7 centimetri, leggeri, antiurto e idro-resistenti. Gli strumenti possono essere accesi dall’accertatore della sosta tramite una semplice pressione. Fungeranno da deterrente, in modo da prevenire le aggressioni fisiche e verbali ai danni degli accertatori. Se l’aggressione dovesse avvenire, i filmati registrati dalle bodycam saranno eventualmente utilizzati da Amt in sede giudiziaria.
Privacy. Il tutto è in linea con le norme sulla privacy: Amt ha infatti ricevuto l’autorizzazione a procedere da parte del Garante, dopo un’attesa di qualche mese. Verona è così tra i primi Comuni in Italia ad avere in dotazione questi strumenti per attività lavorative pubbliche, sia pur non legate alla pubblica sicurezza.
Barini. «Le bodycam simboleggiano un bel passo avanti per la sicurezza, sia dei nostri dipendenti che dei cittadini – ha spiega il presidente di Amt Francesco Barini – . L’idea ci è venuta in seguito all’aggressione verbale subita da una nostra dipendente da parte di un padroncino che guidava un furgone. Da qui abbiamo pensato a questo ulteriore metodo preventivo, che l’accertatore può utilizzare ed attivare in qualsiasi momento di pericolo. Il primo passo è stato l’accompagnamento da parte di un vigile durante i turni notturni più a rischio. Tutto questo rende più sicuri i nostri dipendenti, il territorio presidiato e i clienti destinatari dei nostri servizi».